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Pratica Collaborativa

Cos'è il processo collaborativo?

Il processo collaborativo è il nuovo modo di separarsi con rispetto e in modo razionale.

Si basa su principi che invertono la logica del Cliente: da quella antagonista ad una logica collaborativa.

Il processo è centrato sui Clienti e guidato dai Clienti, richiedendo ad essi e ai loro avvocati di compiere un significativo mutamento di pensiero e di approccio (professionale, per gli avvocati).

Un punto determinante della pratica collaborativa è l’impegno a non minacciare cause, nè tantomeno dare adito ad esse ed impegnarsi in uno scambio aperto di informazioni, anche rilevanti, senza coinvolgere i figli nei problemi dei genitori.

Come si svolge la pratica collaborativa

Dopo una prima riunione in cui la coppia e i rispettivi avvocati si impegnano per iscritto a seguire il metodo collaborativo e le sue regole di comportamento, attraverso la firma di una convenzione, si effettua una serie di riunioni a quattro per esaminare i vari aspetti in contenzioso. Se ritenuto opportuno si svolgeranno anche incontri individuali, tra cliente e avvocato, o eventualmente con la partecipazione di altri esperti di area relazionale, fiscale, pedagogica, ecc. sempre nella logica collaborativa. Una volta raggiunto l’accordo, questo verrà formalizzato in un documento firmato sia dalle parti che dai rispettivi avvocati; questi ultimi provvederanno ai successivi adempimenti, previsti dalla legge sulla negoziazione assistita, affinché l’accordo abbia lo stesso valore di un provvedimento giudiziale senza che le parti debbano mai presentarsi personalmente davanti al giudice. Ovvero si potrà procedere al deposito di un ricorso per separazione consensuale per coloro che vogliono godere del gratuito patrocinio o che, comunque, vogliono un’alternativa.
Laddove si sia in presenza di coppie non coniugate l’accordo potrà trasfondersi in un ricorso congiunto ex art. 337 bis

I principi del diritto collaborativo includono:

La promessa di raggiungere una soluzione senza l’intervento del giudice.

L’impegno scritto che qualora uno dei clienti ricorra al giudice, tutti gli avvocati rinunceranno al mandato e non tuteleranno più il proprio assistito.

La promessa di ogni partecipante di negoziare in buona fede, e rimanere flessibili, aperti alle soluzioni, utilizzando metodi di negoziazione rispettosi e costruttivi.

La promessa scritta che tutti i documenti prodotti nel processo collaborativo in buona fede e  tutte le comunicazioni relative al processo, resteranno inammissibili in caso di processo giudiziario.

Origine del Processo Collaborativo

Il concetto di Processo Collaborativo è stato elaborato nel 1989 da Stuart Webb, un avvocato familiarista americano, il quale aveva compreso che la soluzione giudiziaria nel divorzio infliggeva danni più gravi alle famiglie del divorzio stesso.

Da allora la pratica collaborativa si è diffusa sempre più negli Stati Uniti e nel Mondo, travalicando i confini del diritto di famiglia, per essere applicata al processo civile, commerciale e del lavoro.

Il Processo Collaborativo è un’efficace alternativa alla lite giudiziaria; di solito risolve i problemi ad un costo inferiore ed è comunque fuori dalla logica del vincitore e del vinto.

Scarica la lettera di Stuart Webb

Vai al sito di Collaborative Practice:

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